Mobbing sul lavoro: conoscerlo per tutelarsi

Il mobbing è un fenomeno che ancora in Italia è poco conosciuto, anche se molto praticato o subito, purtroppo. 

È a tutti gli effetti una forma di violenza psicologica ripetuta, subdola, di prevaricazione in ambiente lavorativo che quando subito destabilizza il benessere quotidiano della persona, sia psicologicamente che fisicamente.

CHE COS’È IL MOBBING E COME RICONOSCERLO

Gli atteggiamenti vessatori in ambito lavorativo sono di varia matrice, ma in tutti casi hanno la mira di umiliare la vittima, arrivando anche ad isolarla.

Il termine “mobbing” deriva dal verbo inglese “to mob”, che significa “assalire, molestare”. 

Il mobbing si distingue principalmente in due tipologie:

  • Mobbing verticale o gerarchico, esercitato dai superiori;
  • Mobbing orizzontale, esercitato dai colleghi di pari grado.

Non c’è un iter prestabilito per compiere il mobbing, il disegno violento può avere diverse sfumature che però ledono in egual modo l’equilibrio psicologico di chi riceve. Riconoscere il mobbing è semplice, provarlo per avere giustizia è complicato, ma questo non deve far desistere nessuno dal voler ottenere giustizia. Le azioni compiute dagli aggressori, per essere considerato mobbing, devono avere questi requisiti: essere ripetute nell’arco di un lungo periodo, devono avere un nesso di causalità con quanto subìto dalla vittima in termini di dignità o salute psicofisica e si deve riconoscere l’intenzione di procurare vessazioni precise.

Sono tanti gli esempi che possono farci allertare e prendere le distanze o correre ad una tutela (anche legale): demansionamento, offese o discriminazioni, atteggiamenti disparitari nei confronti di altri colleghi in ugual posizione, sottrazione ingiustificata di incarichi o della postazione stessa di lavoro fino ad arrivare a terrorismo psicologico.

Cosa succede alla vittima? piano piano si “spegne” ogni reazione decisionale, si mina la propria autostima, la sua influenza nell’ambiente lavorativo e il rispetto da parte dei colleghi o dei superiori, un mood che porta, spesso, la vittima a decidere di licenziarsi. Il mobbing ha dei risvolti che minano anche la salute della persona: difficoltà a dormire, a digerire, cefalea, palpitazioni e attacchi di panico, tutti malesseri che cambiano il benessere della vittima.

TUTELA DAL MOBBING: NORMATIVA

Purtroppo ad oggi, nell’ordinamento italiano, non esiste alcun reato di mobbing: questa pratica viene vista come un illecito civile che potrebbe comportare un risarcimento del danno biologico per lesioni dell’integrità fisica della persona. Risulta molto più complesso ottenere risarcimenti per danni morali. 

Per la propria tutela serve fare riferimento ad alcuni articoli della Costituzione (come le norme generali a tutela della persona, contenute negli Artt. 2 e 3, o l’Art. 32, che tutela la salute come diritto fondamentale dell’uomo), del Codice Civile fino al Codice Penale per determinate situazioni. 

Anche l’Art. 15 dello Statuto dei Lavoratori (L. 300/1970) sancisce la non validità di patti o atti diretti a realizzare forme di discriminazione sul lavoro. Un’altra normativa che si può far valere, sebbene in modo indiretto, è il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 relativo alla sicurezza sul lavoro che definisce la “salute del lavoratore” anche come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”, che onestamente viene a mancare nelle azioni di mobbing.

COME TUTELARSI DAL MOBBING?

Difendersi da un’azione di mobbing è complicato, ma doveroso, scegliere di ammettere questo abuso è un atto di grande coraggio che merita rispetto ad ogni livello. Si consiglia di correre subito ai ripari, soprattutto se manca il dovuto dialogo con la persona che lo esercita. Si può far riferimento, in prima battuta, ad un’organizzazione sindacale, fino ad arrivare ad una tutela legale. Il consiglio è raccogliere ogni materiale utile a provare questa violenza: messaggi, email, testimonianze così da costruire un quadro completo in qualsiasi sede si deciderà di chiedere tutela.

Il mobbing è una violenza che non si può immaginare finché non si prova ed è giusto conoscerla per evitarla, per tutelarsi, perché ledere un’altra persona in qualsiasi ambito deve essere definito reato. 

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