Accessibilità e lavoro: più impatto per gli accomodamenti ragionevoli.

Continuiamo il percorso parlando dello strumento principale per generare e garantire sempre più

inclusione lavorativa delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. Il binomio disabilità e lavoro è da sempre al centro dell’impegno quotidiano di Equalis, per essere di supporto sia lato lavoratore che lato azienda.

Parlare di accessibilità in ambiente lavorativo è possibile su più fronti: da quella strutturale, pensando ad un ambiente consono e privo di barriere strutturali, a quello strumentale con ausili che possano migliorare l’azione lavorativa, e quindi anche il benessere del lavoratore, ma senza dimenticare degli accomodamenti ragionevoli.

MAGGIORE CONOSCENZA PER GLI ACCOMODAMENTI RAGIONEVOLI

Tralasciando l’aspetto dell’accessibilità strutturale che abbiamo già affrontato, passiamo al concetto per approfondire ancora di più l’accessibilità in ambiente di lavoro come dettaglio fondamentale. Il concetto di reasonable accommodation, nato negli Stati Uniti quale riconoscimento giuridico (Civil Rights Act ) dell’obbligo per i datori di lavoro di favorire le pratiche religiose dei dipendenti, a condizione che ciò non comporti gravi disagi all’attività lavorativa, si è poi diffuso all’ambito della disabilità. Infatti, successivamente, oltre che negli Stati Uniti ed in Canada (Canadian Charter of rights and freedoms), è soprattutto nella Direttiva 2000/78/CE e nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (2006) che sono stati affermati i principi di uguaglianza e di non discriminazione per i lavoratori con disabilità.

“promuovere, proteggere, e garantire il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere ilrispetto per la loro intrinseca dignità” (Art 1 Convenzione ONU )

Negli accomodamenti ragionevoli rientrano tutte le modifiche e gli adattamenti necessari e consoni messi in atto per garantire il godimento e l’esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali sulla base dell’eguaglianza con gli altri. All’interno dell’ambito lavorativo, l’accomodamento può essere definito come l’insieme dei cambiamenti attivati all’interno delle organizzazioni, al fine di agevolare il dipendente con disabilità nello svolgimento dell’attività lavorativa. 

Tutto ciò di competenza del comparto Disability Management è un filone di studi, collocato all’interno del settore del Diversity Management, si occupa proprio di studiare in che modo si può realizzare un positivo incontro tra le persone disabili e le organizzazioni. Numerosi studi hanno mostrato i benefici legati alla predisposizione degli accomodamenti ragionevoli sia, ad esempio, in merito alle performance e all’aspetto produttivo, che a livello personale, rispetto alla soddisfazione, alla tenuta lavorativa e alla volontà di rimanere nell’organizzazione. Anche l’organizzazione, può portare vantaggi soprattutto in termini di interazioni positive tra i dipendenti e minore tasso di turnover.

CHI PUÒ UTILIZZARE GLI ACCOMODAMENTI RAGIONEVOLI NEL COMPARTO DISABILITÀ

Gli accomodamenti ragionevoli possono essere utilizzati anche dalle persone con disabilità riconosciuta (l. 68/99 e legge 104/1992) e si applicano anche a coloro che possono rientrare nella definizione comunitaria di disabilità, riportata nella nota sentenza CGUE, HK Danmark, C-335/11, che contempla una  nozione sociale e dinamica di disabilità:  «la disabilità è un concetto in evoluzione e (…) è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri». «Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri».

QUALI SONO GLI ACCOMODAMENTI RAGIONEVOLI

Una realizzazione sensata di accomodamenti ragionevoli è frutto anche di dialogo tra le parti: lavoratore, azienda e sinergia del disability manager che fa da ponte tra le figure. Non dobbiamo fare l’errore di considerare gli accomodamenti come perdita di tempo o richieste pretenziose, dobbiamo invece pensare all’apporto produttivo di un lavoratore messo nelle giuste condizioni di essere produttivo. 

Quali possono essere gli accomodamenti ragionevoli? 

  • Adeguamento della postazione di lavoro con accorgimenti utili e funzionali alla richiesta, introducendo nuove tecnologie o ausili;
  • Superamento delle barriere architettoniche in ottemperanza con la normativa vigente;
  • Adozione di modalità lavorative alternative, come il lavoro agile o lo smart working;
  • Ripartizione diversa delle mansioni;
  • Adeguamento dell’orario di lavoro.

QUANDO ENTRANO IN GIOCO GLI ACCOMODAMENTI RAGIONEVOLI

Capire l’insorgere di tale bisogno fa parte di quella strategia lavorativa che un datore di lavoro dovrebbe mettere in campo per ogni lavoratore. In alcuni Stati come l’Austria, la Repubblica Ceca, la Danimarca, l’Irlanda, la Norvegia, la Francia, il Portogallo, la Svezia e il Regno Unito, il dovere di fornire soluzioni ragionevoli sembra sorgere quando il datore di lavoro sa o dovrebbe sapere dell’esistenza della “disabilità”. Quindi, quando la disabilità è evidente, il datore di lavoro è immediatamente soggetto all’obbligo, ma è poco chiaro comprendere i casi in cui “avrebbe dovuto sapere” vista l’esistenza della normativa sulla privacy e quella sulle visite mediche e/o di idoneità. In altri paesi come Cipro, Paesi Bassi, Polonia e Spagna è richiesta la comunicazione da parte del soggetto interessato.

In Italia nulla è disposto in merito. 

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